I VICERE’ DELLE AGROMAFIE. IL NUOVO LIBRO-INCHIESTA DELLO SCRITTORE LUCIANO ARMELI IAPICHINO.



La Fondazione “Antonino Caponnetto” e O.M.C.O.M. (Osservatorio Mediterraneo sulla Criminalità Organizzata e le Mafie) lanciano il libro-inchiesta I Viceré delle Agromafie. Storia di sbirri, bovini, malarazza, antimafia e mascariamenti, Armenio Ed. 2020, dello scrittore siciliano Luciano Armeli Iapichino. Si tratta del tentativo di ricostruire le vicende che hanno interessato la cosiddetta “squadra dei vegetariani”, uomini della Polizia di Stato, che hanno operato all’interno della riserva naturale del Parco dei Nebrodi in Sicilia in contrasto con la mafia dei pascoli.
Il libro tenta, infatti, di dipanare la matassa degli intrecci legati agli interessi delle agro-mafie supportate da colletti bianchi, approfondendo altresì l’atavica questione del mascariamento che colpisce gli uomini delle Istituzioni sane. Il focus dell’inchiesta è proprio su questo nuovo quanto inquietante paradigma sociale: la criminalità aggredisce l’interesse pubblico ai danni della società e delle istituzioni, contaminando parte delle stesse che si ritrovano a guerreggiare a fianco della criminalità contro la società.
Un gioco al massacro in cui sopravvive solo chi riemerge con la testa, anche moribondo, dalle paludi del mascariamento. Un mescolamento di carte che ha come immediato e funesto effetto il disorientamento dell’opinione pubblica e la sua ulteriore disaffezione e fiducia nei confronti delle Istituzioni tutte.
Armeli Iapichino, che collabora con la redazione di Antimafia Duemila ed è componente della commissione cultura della fondazione fiorentina, muove da un’analisi storico-attuale della provincia messinese un tempo “babba”, oggi “scaltra”, confrontando le vecchie e le nuove mafie e approfondendo nel dettaglio il sistema delle truffe Ag.e.a., con un lavoro certosino che ricostruisce i passaggi essenziali delle inquietanti vicende avvenute su quei monti, le conseguenze del protocollo di legalità voluto dall’allora ex Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, e il tentativo di delegittimazione subìto dai protagonisti.
Per il Presidente della Fondazione “Antonino Caponnetto”, Salvatore Calleri, che ne ha curato la prefazione, il libro dello scrittore siciliano è un libro combattente che tratta degli argomenti che sono in pochi ad approfondire. Lo fa da sbirro ricordando degli sbirri e le loro operazioni.
La cultura a servizio della civiltà è (e resterà) sempre il migliore antidoto contro ogni forma di curtigghiu (pettegolezzo), dossieraggio anonimo, miseria, veleno e cancro sociale.
Nella vita contano i fatti. Quelli concreti. 
           

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