19 LUGLIO DI PAOLO CALABRESE



Il 19 Luglio 1994 il Consiglio Comunale di Palermo approvava un ordine del giorno a firma del Consigliere Antonino Caponnetto ed altri per ricordare il sacrificio e l'esempio di Paolo Borsellino e gli Agenti della sua Scorta.


Il testo riportava le seguenti parole:


" Il Consiglio Comunale  ricorda il sacrificio e l'esempio di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta ...


Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli.


Il loro impegno è più  che mai vivo in noi e nell'intero Paese, che tanto deve al loro sacrificio.


Essi ci hanno affidato la fiaccola dei loro ideali per tenerla viva ed alta contro tutte le insidie, contro tutte le ombre.


Il Consiglio Comunale sente l'importanza e la nobilità di questo suo compito, che si impegna a svolgere con unità di intenti ed in armonia di decisioni. "


Le stragi di Capaci e di Via d'Amelio sono state una vera e propria sfida diretta alla convivenza civile e alle istituzioni del nostro paese.


A distanza di 28 anni dalle stragi, ci rendiamo conto che la mafia è ancora capace di essere presente nei quartieri, umiliando i bisogni primari delle persone: reddito, sicurezza,  cultura, comportamenti.


Occorre una sempre più intensa motivazione alla lotta contro la mafia perché potrebbe risultare evidente un forte grado di compenetrazione mafiosa all'interno di larghi strati del mondo politico, economico, finanziario, giudiziario.


Ancora oggi non è stata individuata una politica culturale mirata

" alla socializzazione del territorio " a partire dai cittadini che versano in situazioni di disagio e/o di emarginazione.


" Con la strage di Via d'Amelio, alla luce delle risultanze processuali acquisite  la mafia ha rivelato tutto lo spettro in cui si scompone quella che di primo acchito sembra una superpotenza militare e strategica ad alta qualificazione e quindi invincibile"...

cioè la capitolazione del potere legale di fronte ad un potere criminale con articolazioni incontrollabili.


Questa fu davvero la percezione nell'immaginario collettivo di fronte alla strage del19 luglio sulla base della sua imprevedibilità  in tempi cosi vicini alla strage Falcone...


Ricordo lo scoramento che coinvolse Antonino Caponnetto, quando nello stesso 19 luglio ebbe ad esclamare

" tutto è finito " ;


Tuttavia, Caponnetto superò quel momento di frustrazione...


 ritrovando energie fisiche e morali insospettabili che lo portarono ad irradiare il suo impegno civile, politico e culturale in tutta Italia, contribuendo in misura fondamentale a mantenere alta la tensione di rivolta civile contro la criminalità mafiosa...


Tutta la popolazione palermitana reagisce alla forza brutale della mafia, abbandonando ogni forma di paura e scoramento...per  questo non può prescindere dalle manifestazioni commemorative.


" Essa mantiene alta la tensione di rivolta collettiva e come tale agisce da sostegno a chi si deve impegnare ad elaborare strategie di poltica anti-criminale , nonché  forme di intervento repressivo e processuale "...


Nell'ordine del giorno per il Consiglio Comunale  di Palermo...

a firma del Consigliere Antonino Caponnetto...


si evince un ulteriore messaggio chiaro e silente che ancora oggi afferma la necessità di vivere momenti finalizzati a stimolare nei cittadini  il desiderio di giustizia ed onestà.


Insieme occorre ricordare le ragioni che avevano portato Paolo Borsellino ad esporsi e diventare uomo simbolo assieme a Giovanni Falcone e a tanti altri:


" Lo Stato aveva  bisogno di tanti uomini divenuti simbolo perché tanti uomini dello stesso Stato avevano abdicato, avevano accettato il compromesso, avevano convissuto con la mafia ".


In quel giorno di ricordo, il dovere del Consiglio Comunale di Palermo era quello di avere il coraggio di gridare la propria indignazione, di denunciare, di non sottrarsi alla polemica dura contro ogni forma di corruzione  e servilismo ...


Guidati dal ricordo  di coloro i quali avevano in quegli anni riscattato l'onore di Palermo e della Sicilia e ne avevano fatto la capitale dell'antimafia quando altri, invece,  la indicavano insistentemente come solo ed esclusivamente la capitale della mafia.


A infondere questo coraggio contribuiva la presenza in Consiglio Comunale di un altro uomo simbolo:

il Giudice Antonino Caponnetto.






















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