25 Novembre- Contro la violenza sulle donne

 


La Fondazione Antonino Caponnetto ringrazia per il bellissimo lavoro Emilia Persenico. 

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Iniziativa dei giorni scorsi meritevole di essere menzionata:




Prevenzione e lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica ( adottata ad Istanbul l'11 maggio 2011)

Riflessione di 

PAOLO  CALABRESE




   La giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne è stata istituita dall' Assemblea Generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999.


   L' Assemblea dell' Onu, su proposta della Repubblica Domenicana, ha scelto il 25 novembre come data della ricorrenza in ricordo di un brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal. 

Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, con i loro mariti si opponevano alla dittatura di Rafael Leonidas Trujillo e avevano costituito un'organizzazione clandestina il " Movimento 14 giugno " per combatterla.


   Il 25 novembre del 1960, le tre sorelle  

Mentre stavano andando in auto a far visita ai loro mariti in carcere,fermate dalla polizia, condotte in una piantagione di canna da zucchero, furono torturate ed uccise a bastonate. 

All' opinione pubblica fu subito  

chiaro che le sorelle Mirabal erano state assassinate e dopo la morte delle  "farfalle" in molti cominciarono a ribellarsi. 


    Con la nascita  e la strutturazione  del sistema delle Nazioni Unite, nel 1946 venne creata la Commissione sullo Stato delle Donne ( CSW), con il mandato di preparare raccomandazioni e rapporti sul tema dei diritti delle donne in ambito politico, economico, civile, sociale ed educativo.


   La Commissione al suo inizio si è  dedicata soprattutto alla formulazione  

e promozione di convenzioni internazionali miranti a modificare le legislazioni discriminatorie ancora in vigore nella maggior parte dei paesi  

prestando particolare attenzione ad alcune specifiche fattispecie di violenza di genere, quali ad esempio le mutilazioni genitali e altre pratiche tradizionali che minacciano l'integrità fisica e psichica  di donne e ragazze. 

La 1 Conferenza Mondiale sulla condizione della donna organizzata  a Città del Messico  ( 1975 ), in concomitanza con l' Anno Internazionale delle Donne, e il Decennio delle Nazioni Unite per le Donne ( 1976-1985 ) hanno dato inizio a una nuova era per promuovere il progresso femminile, aprendo un dialogo sull"uguaglianza dei sessi.


   Nel 1979, l' Assemblea Generale delle Nazioni  Unite ha adottato la Convenzione  sull' eliminazione di tutte le forme di discriminazione  contro le donne ( CEDAW ), entrata in vigore  

il 3 settembre 1981, che costituisce ancor oggi l'accordo giuridico internazionale fondamentale in materia di diritti delle donne, afferma e promuove 

la parità tra uomini e donne, con un'attenzione, senza esplicito riferimento alla violenza di genere, a fattispecie particolari  di violenza ( quali, ad esempio, lo sfruttamento sessuale e i matrimoni forzati). 

Nel suo preambolo, si riconosce in primo luogo che nonostante i numerosi sforzi delle Nazioni Unite che promuove i diritti umani delle donne e l'uguaglianza fra donne e uomini, " le donne continuano ad essere oggetto di gravi discriminazioni ",


   Si afferma inoltre, sempre nel preambolo, che la discriminazione contro le donne viola i principi dell'uguaglianza dei diritti e del rispetto della dignità  umana, ostacola la partecipazione delle donne alla vita politica, sociale, economica e culturale del loro paese in condizioni di parità  con gli uomini, intralcia la crescita del benessere della società....della famiglia e rende più difficile un pieno dispiegarsi delle potenzialità  delle donne per il bene del proprio paese e dell'umanità.  

Con la risoluzione 48/104 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Dichiarazione sull" eliminazione della violenza contro le donne, del 20 dicembre 1993, si riconosce che la violenza maschile assume, all'interno della società,  un carattere non episodico  o emergenziale ma strutturale.


   La violenza contro le donne è considerata come " una manifestazione delle relazioni di potere storicamente diseguali tra uomini e donne,  che ha portato alla dominazione e alla discriminazione contro le donne da parte degli uomini e ha impedito il pieno avanzamento ", per cui la violenza contro le donne è  riconosciuta come " uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini " . 

La Dichiarazione offre la definizione più diffusa  di violenza contro le donne e comprende  il danno fisico, sessuale e psicologico,  includendo altresi una serie di comportamenti o di atti violenti quali percosse, lo stupro da parte del coniuge, 

le mutilazioni genitali e altre pratiche dannose, la violenza legata alla dote, all'intimidazione sessuale sul lavoro, al traffico di donne e alla prostituzione forzata.


   La Convenzione del Consiglio d"Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica ( adottata ad Instanbul l' 11  maggio  2011 ) riconosce la violenza sulle donne come violazione dei diritti umani e come forma di discriminazione contro le donne e comprende  " tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale. psicologica e/o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella privata". 

La Convenzione indica ai Governi, la necessità di intervenire sui piani della prevenzione, della protezione e del sostegno alle vittime della violenza contro le donne e la violenza domestica, intervenendo anche sul versante della violenza assistita da parte di minori  nonché  sul tema della riabilitazione dei maltrattamenti.


   La violenza, compresa quella sulle donne connesse ai conflitti armati è considerata in modo dettagliato anche nella PIATTAFORMA  d' Azione adottata dalla lV Conferenza mondiale sulle donne di Pechino nel 1995.


   In partolicolare, sul tema della violenza, 

gli obiettivi strategici contenuti nella Piattaforma d'azione prevedono l'adozione  di misure integrate per prevenire e eliminare la violenza contro le donne, lo studio delle cause e delle conseguenze della violenza nonché l'efficacia  delle misure di prevenzione; l'eliminazione della tratta delle donne e l'assistenza alle vittime legate alla prostituzione e al traffico di esseri umani.  

La violenza contro la donna, la cui definizione proposta nel documento finale di Pechino riprende l'impostazione già adottata dal legislatore internazionale nella Dichiarazione del 1993, è considerata anzitutto un ostacolo al raggiungimento 

 dell' eguaglianza dello sviluppo e della pace e nel contempo una realtà che vanifica o quanto meno indebolisce la possibilità  per le donne di godere pienamente dei diritti oggi riconosciuti anche sul piano internazionale.


   Il Parlamento Italiano ha ratificato la Convenzione di Istanbul e, conseguentemente alla ratifica, ha approvato il 15 ottobre 2013 

 la Legge n.119  " Conversione in Legge 

con modificazioni, del Decreto Legge 

14 agosto 2013.  n. 93. Recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il controllo della violenza di genere nonché  in tema di protezione civile e di commissariamento delle province" ( c.d. legge sul femminicidio ). 

L'intervento legislativo si basa sul doppio binario; quello fondamentale della protezione e prevenzione - tramite la previsione di norme che potenziano ed integrano gli strumenti già esistenti - e quello sanzionatorio/repressivo, che ha arricchito il codice penale di nuove aggravanti e ampliato le misure a tutela delle vittime di maltrattamenti e violenza domestica.


   L' articolo 5 inserisce tra le misure di prevenzione della violenza sessuale e di genere, l'adozione, da parte del Ministro 

delegato per le pari opportunità, di un nuovo " Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere ". 

Il piano è stato redatto sulla base del principio che la violenza ha una matrice forte nella disuguaglianza dei rapporti tra uomini e donne e ha l'obiettivo di promuovere azioni concrete atte a prevenire la violenza e la diseguaglianza di genere, potenziare il sistema di sostegno e protezione alle donne, la formazione delle figure professionali che entrano in contatto con le donne vittime di violenza maschile, con un'attenzione particolare prestata al ruolo dei media e della comunicazione nell' ambito della lotta alla violenza di genere.


   È  fondamentale per ridurre le disuguaglianze, evitare la riproduzione di stereotipi di genere nell'immaginario collettivo e di visioni degradanti del femminile, o di immagini che associno il rapporto sessuale alla violenza. 

La legge 19 luglio 2019 n.69  

( C.U.  Codice Rosso ), ha introdotto modifiche al codice di procedura penale e a altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere per assicurare una maggiore tutela alle vittime di reati di violenza domestica e violenza di genere.


   Gli obiettivi sono quelli di garantire     l'immediata instaurazione e progressione del procedimento penale al fine di pervenire, ove necessario, nel più  breve tempo possibile all'adozione di provvedimenti " protettivi o di non avvicinamento" e quello di impedire  che ingiustificabili stasi procedimentali possano porre, ulteriormente, in pericolo la vita e l'incolumità  fisica delle vittime di violenza domestica e di genere.


Si prevede una corsia privilegiata per le indagini  e pene più severe per i reati commessi in ambito familiare o di convivenza, oltre per i reati di violenza sessuale e atti persecutori ( stalking ).


   Si introducono  altresi nuove figure di reato che puniranno i fenomeni del c.d. revenge porn ( ovvero la pubblicazione in rete di immagini e video sessualmente espliciti di cui è protagonista  l'ex compagno/compagna dell'agente ), dello sfregio permanente al viso ( tristemente noti i casi di lancio dell'acido successivamente al termine di una relazione sentimentale  non accettato dall'offensore), del matrimonio forzato. 

L' Ente delle Nazioni Unite per l'uguaglianza di genere e  

l' empowerment femminile , 

( UN  WOMEN ) , istituito nel 2010 per favorire il processo di crescita e di sviluppo della condizione delle donne e della loro partecipazione pubblica, ha presentato la sua ultima pubblicazione 

" What will it take ? Promoting cultural change to end sexual harassment "... 

( Cosa ci vuole ?  Promuovere il cambiamento  culturale per cessare le molestie sessuali ) dove si ribadisce l'importanza di un cambio culturale con tolleranza zero, nei confronti delle molestie sessuali, la necessità  di un pieno coinvolgimento delle vittime di violenza nello studio di politiche e procedure di lotta alla violenza, dell'importanza della formazione eseguita da esperti che partendo dalla normativa esistente arrivi ad una visione condivisa di valori e comportamenti determinino la cessazione delle molestie. 

Evidenzio alcuni dati allarmanti:


*   1 su 4 donne e ragazze sono oggetto di violenza fisica o psichica durante la loro vita, il più delle volte dal loro patner;


*   Solo il 53% delle donne coniugate o conviventi prendono liberamente decisioni sulla relazione sessuale, sull"uso dei contraccettivi e cura della salute ;


*   A livello mondiale quasi 750 milioni di donne e ragazze si sono sposate prima dei 18 anni e 200 milioni di donne e ragazze sono state sottoposte alla mutilazione genitali ( FGM).

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