NEBRODI - RASSEGNA WEB SU MAXI PROCESSO



Mafia: M5s, teniamo alta l'attenzione su processo Nebrodi


11:08 (AGI) - Roma, 2 mar. - “Oggi inizia il processo alla cosiddetta mafia dei pascoli dei Nebrodi. Un processo che viene celebrato nell’aula bunker di Messina a carico di 111 presunti capi e gregari delle locali famiglie mafiose che avrebbero messo a segno milionarie truffe agricole all'Ue e all'Agea con il coinvolgimento di 'colletti bianchi'”. A ricordarlo sono i componenti M5s della commissione antimafia.

    "Una mafia - continuano - che ha lucrato sul bene più prezioso la terra, che ha sottomesso con la forza chi si ribellava. Questo processo lo si deve anche al 'Protocollo dei Nebrodi' voluto da Giuseppe Antoci che è stato presidente del parco dei Nebrodi e che con grande coraggio ha contrastato questa mafia subendo pure un gravissimo attentato. Non bisogna mai distrarsi nella lotta alla mafia, dopo le grandi operazioni bisogna seguire con attenzione il processo e stare vicini alle persone come Giuseppe Antoci che hanno dimostrato come una buona azione politica può fermare lo strapotere delle mafie”. (AGI)

= Mafia: clan dei campi alla sbarra.Parte 'Maxiprocesso Nebrodi'


10:50 (AGI) - Messina, 2 mar. - E' iniziato stamane, intorno alle 10.45, nell'aula bunker del carcere di Gazzi, a Messina, il 'maxiprocesso Nebrodi', scaturito dall'operazione condotta dalla Direzione distrettuale antimafia che ha scoperchiato il sistema delle truffe all'Agea su cui ruotavano gli interessi dei clan mafiosi tortoriciani. In 97 alla sbarra in questo procedimento poderoso e storico. Il collegio dei giudici è composto da Ugo Scavuzzo presidente, Andrea La Spada ed Eleonora Vona. Le udienze si svolgono nell'aula bunker di Messina per il gran numero di parti. A rappresentare l'accusa il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e i sostituti procuratori Fabrizio Monaco i magistrati che hanno curato l'inchiesta. Tra i presenti, tra politici e associazioni, l'ex presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci.

    Il blitz di carabinieri e Guardia di finanza è scattato a gennaio 2020 con 94 arresti, 48 in carcere e 46 ai domiciliari per, vario titolo associazione per delinquere di stampo mafioso, danneggiamento a seguito di incendio , uso di sigilli e strumenti contraffatti, falso, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, truffa aggravata. Lo scorso dicembre, a conclusione dell'udienza preliminare in 97 sono stati rinviati a giudizio. (AGI) 

Mafia: Giarrusso (Antimafia), strategia unitaria su caso Nebrodi


10:43 (AGI) - Messina, 2 mar. - "Per la prima volta si è visto questo fenomeno in maniera unitaria, prima venivano viste le singole truffe che si prescrivevano in maniera rapida e si realizzavano dove si percepiscono i soldi. In maniera furbesca i mafiosi facevano arrivare i soldi dell'Unione europea non nel loro conto corrente in Sicilia, ma in altri distribuiti in tutta Italia quindi non c'era nemmeno il tempo di avviare le indagini e il reato era prescritto. Quello che ha fatto imbestialire i mafiosi è stato il lavoro fatto, insieme dalla procura, da Antoci come Parco dei Nebrodi e dalla prefettura che ha inquadrato il sistema in maniera unitaria quindi ha riportato le competenze tutto in un unico tribunale e non si prescrive più, mentre prima era un reato a rischio zero dove si percepivano milioni di euro e non si rischiava niente". Lo ha detto il componente della Commissione nazionale Antimafia Michele Giarrusso, oggi a Messina per l'avvio del processo "Nebrodi" contro la mafia dei campi. (AGI)

Mafia: Piero Aiello (Antimafia), contrasto duro a clan dei campi


10:39 (AGI) - Messina, 2 mar. - "Finalmente si fa luce su questo tipo di reato perché prima era solo per truffa mentre adesso c'è l'aggravante mafiosa. Non si scherza più perché con il protocollo Antoci vengono incriminati mafiosi che al posto di fare le rapine si facevano arrivare i soldi nei conti correnti, soldi destinati alla brava gente che lavorava i terreni, ma che non li percepiva mai perché arrivavano nelle tasche di questi sedicenti uomini di affari mafiosi". Lo dice la componente della Commissione Antimafia Piera Aiello, presente a Messina, per l'avvio del processo "Nebrodi" contro la mafia dei campi. (AGI)

Mafia: Mirabelli (Pd), processo Messina è vittoria Stato


10:12 (AGI) - Roma, 2 mar. - “Il processo che inizia questa mattina a Messina contro la mafia dei Nebrodi è una nuova importante occasione per lo Stato di colpire l’organizzazione criminale che ha per decenni soggiogato un intero territorio e lucrato enormi guadagni illeciti". Così su Facebook Franco Mirabelli, vice presidente dei senatori del Pd e capogruppo dem in commissione Antimafia. "Grande merito va ai magistrati e agli inquirenti che hanno portato alla sbarra 94 persone e sequestrato oltre 150 aziende. Ma tutto ciò si deve anche al coraggio di Giuseppe Antoci - sottolinea - che ha pensato e proposto il protocollo che ha messo in crisi il sistema criminale fino a portare agli arresti. Antoci ha rischiato la vita è tutt’ora è costretto a vivere scortato insieme alla sua famiglia. Il processo che si apre oggi è già una vittoria per chi crede nello Stato e nella legalità ed un messaggio chiaro contro la criminalità organizzata sulla volontà di combatterla e di liberare i territori che ha occupato”.  (AGI)

= Mafia: clan dei campi alla sbarra. Antoci,vittoria dello Stato


09:30 (AGI) - Messina, 2 mar. - “Oggi lo Stato dimostra che quando si unisce, quando le norme vengono applicate, quando nella lotta alla mafia si fanno i fatti attraverso un impegno costante, si dà la possibilità alle forze dell'ordine e alla magistratura di d'intervenire”.A dirlo Giuseppe Antoci, presidente della fondazione Caponnetto, davanti all'aula bunker del carcere di Gazzi dove si celebra la prima udienza del processo dell'operazione antimafia “Nebrodi” contro la mafia dei campi. “L'attività di oggi - prosegue l'ex presidente del Parco dei Nebrodi, padre del 'Protocollo Antoci - dimostra che in tutti questi lunghi anni nessuno provava a  entrare in questo meccanismo per paura e per connivenze, molti hanno perso la vita, ci sono tanti omicidi non risolti nel territorio dei Nebrodi ed è chiaro che abbiamo iniziato questa attività per difendere la brava gente, tutto nasce per difendere un gruppo di agricoltori, non pensavamo che da li si potesse scoperchiare un vaso di Pandora che rappresenta un enorme finanziamento alle mafie nel nostro paese” .“ A poco a poco - aggiunge - abbiamo capito l'importanza del nostro lavoro, la scelta era di cambiare strada, abbassare gli occhi e piegare la schiena o continuare con forza pensando che come dico sempre ci sono tanti modi per morire: si può morire in attentati di mafia come sono morti tanti valorosi uomini dello Stato ma si può anche morire di silenzio pensando che anche tu sei vittima e connivente di un meccanismo di silenzio che arma le mani della mafia. Oggi con me ci sono il senatore Giarrusso e l'onorevole Piera Aiello della commissione nazionale antimafia , l'onorevole Di Pasquale della commissione regionale antimafia. Tante persone ieri mi hanno telefonato per dire andiamo avanti. Oggi siamo qua per guardare negli occhi coloro che hanno tenuto in ostaggio un territorio e ai nostri occhi sono uniti quelli delle brave persone che per anni hanno subito vessazioni , impoverimento,umiliazioni. Quegli occhi porteremo nell'aula bunker del carcere di Messina , e lo dedicheremo a coloro che non ci sono più che per la lotta alla mafia hanno perso la vita e vorrei dedicare anche ai valorosi uomini della mia scorta che quella notte mi hanno salvato la vita”. (AGI)

= Mafia: clan dei campi alla sbarra. Antoci,vittoria dello Stato


09:29 (AGI) - Messina, 2 mar. - “Oggi lo Stato dimostra che quando si unisce, quando le norme vengono applicate, quando nella lotta alla mafia si fanno i fatti attraverso un impegno costante, si dà la possibilità alle forze dell'ordine e alla magistratura di d'intervenire”.A dirlo Giuseppe Antoci, presidente della fondazione Caponnetto, davanti all'aula bunker del carcere di Gazzi dove si celebra la prima udienza del processo dell'operazione antimafia “Nebrodi” contro la mafia dei campi. “L'attività di oggi - prosegue l'ex presidente del Parco dei Nebrodi, padre del 'Protocollo Antoci - dimostra che in tutti questi lunghi anni nessuno provava a  entrare in questo meccanismo per paura e per connivenze, molti hanno perso la vita, ci sono tanti omicidi non risolti nel territorio dei Nebrodi ed è chiaro che abbiamo iniziato questa attività per difendere la brava gente, tutto nasce per difendere un gruppo di agricoltori, non pensavamo che da li si potesse scoperchiare un vaso di Pandora che rappresenta un enorme finanziamento alle mafie nel nostro paese” .“ A poco a poco - aggiunge - abbiamo capito l'importanza del nostro lavoro, la scelta era di cambiare strada, abbassare gli occhi e piegare la schiena o continuare con forza pensando che come dico sempre ci sono tanti modi per morire: si può morire in attentati di mafia come sono morti tanti valorosi uomini dello Stato ma si può anche morire di silenzio pensando che anche tu sei vittima e connivente di un meccanismo di silenzio che arma le mani della mafia. Oggi con me ci sono il senatore Giarrusso e l'onorevole Piera Aiello della commissione nazionale antimafia , l'onorevole Di Pasquale della commissione regionale antimafia. Tante persone ieri mi hanno telefonato per dire andiamo avanti. Oggi siamo qua per guardare negli occhi coloro che hanno tenuto in ostaggio un territorio e ai nostri occhi sono uniti quelli delle brave persone che per anni hanno subito vessazioni , impoverimento,umiliazioni. Quegli occhi porteremo nell'aula bunker del carcere di Messina , e lo dedicheremo a coloro che non ci sono più che per la lotta alla mafia hanno perso la vita e vorrei dedicare anche ai valorosi uomini della mia scorta che quella notte mi hanno salvato la vita”. (AGI)

Mafia: Dipasquale, grave l'assenza di Musumeci a Messina


10:36 (AGI) - Messina, 2 mar. - "In un momento come questo il presidente della Regione doveva essere presente, non è una polemica strumentale, mi dispiace che non sia presente neanche il presidente della Commissione regionale antimafia". A dirlo il deputato regionale del Pd Nello Dipasquale, componente della Commissione regionale antimafia, oggi a Messina per la prima udienza del processo dell'operazione antimafia Nebrodi. Dipasquale oggi è presente a Messina insieme ai componenti della commissione nazionale antimafia Piera Aiello e Michele Giarrusso. "Al di là delle diversità, delle polemiche, dei contrasti - prosegue - oggi ci troviamo in Sicilia , in un maxi processo, un altro fatto del genere c'è stato negli anni Ottanta o Novanta, è un momento importantissimo per la regione siciliana perché i finanziamenti europei ed i controlli passano per la regione siciliana che ha tutto l'interesse che questi soldi vengano spesi bene. Anche agli occhi della Comunità europea, la presenza di indignazione del nostro presidente della regione era fondamentale". (AGI)

= Mafia: clan dei campi alla sbarra.Parte 'Maxiprocesso Nebrodi' (2)


10:50 

(AGI) - Messina, 2 mar. - Per altri 18 il gup ha stralciato la posizione e rinviato gli atti a Catania dichiarando incompetenza per territorio di Messina. Nel frattempo hanno patteggiato la pena in quattro mentre altri 8 stanno procedendo con l'abbreviato che è ancora in corso.

    Le indagini hanno ricostruito da un lato il nuovo assetto del clan dei Batanesi operante nella zona di Tortorici, dall'altro si sono invece concentrate sulla costola del clan dei Bontempo Scavo. E' emersa , come contesta l'accusa, un’associazione mafiosa molto attiva, capace di rapportarsi, nel corso di riunioni tra affiliati, con organizzazioni mafiose di Catania, Enna, e il mandamento delle Madonne di cosa nostra palermitana.

    L'inchiesta ha scoperto che l'interesse principale era di ottenere contributi comunitari concessi dall'Agea, l'Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura. In particolare, gli investigatori hanno accertato, a partire dal 2013, la percezione di erogazioni pubbliche per oltre 10 milioni di euro. Tutto questo era stato possibile attraverso colletti bianchi che sono stati identificati in ex collaboratori dell'Agea, un notaio, numerosi responsabili dei centri Caa, i centri di assistenza agricola che avevano le conoscenze dei meccanismi di erogazione di spesa pubblica, e dei limiti del sistema dei controlli. (AGI)

Mafia: anche Antoci presente a maxiprocesso Nebrodi


11:40 (AGI) - Firenze, 2 mar. - Al via il processo che vede imputati nell’Aula bunker di Messina i viceré delle agromafie della zona nebroidea a seguito della maxi operazione Nebrodi scattata all’alba del 15 gennaio 2020, condotta dai Ros e dal Gico di Messina, coordinata dal Procuratore capo Maurizio De Lucia, e che ha portato a 94 arrestati e 151 aziende agricole sequestrate. Adesso i soggetti rinviati a giudizio dal Gup di Messina, Simona Finocchiaro, sono 111. E Giuseppe Antoci, presidente onorario Fondazione Caponnetto è presente nell’aula bunker messinese. L’accusa è, tra le altre, di truffa aggravata per il conseguimento dei fondi AGEA, ovvero i fondi comunitari della PAC che solo in Sicilia ha visto piovere attraverso il Programma per lo Sviluppo Rurale, per il periodo 2014-2020, l’astronomica cifra di 2.212.747.000 euro.(AGI) 

Mafia: anche Antoci presente a maxiprocesso Nebrodi (2)


11:40 (AGI) - Firenze, 2 mar. - Era stato proprio il Protocollo di Legalità a firma di Giuseppe Antoci, oggi Legge dello Stato e strumento di riferimento anche oltre i confini nazionali, a lanciare la sfida alle consorterie dell’area nebroidea, in particolare di Tortorici e Cesarò, “il cui business – si legge in una nota - facilitato dalla connivenza e consulenza di professionisti per raggirare la fitta giungla burocratica imposta dall’U.E., procedeva indisturbato da diverso tempo con gravi ripercussioni all’intero sistema agro-alimentare dell’isola”. Il Protocollo di Legalità ha, tra le altre cose, introdotto l’importante novità Art. 25 per cui “la documentazione di cui al comma 1 è sempre prevista nelle ipotesi di concessione di terreni agricoli e zootecnici demaniali che ricadono nell’ambito dei regimi di sostegno previsti dalla politica agricola comune, a prescindere dal loro valore complessivo, nonché su tutti i terreni agricoli, a qualunque titolo acquisiti, che usufruiscono di fondi europei”, incenerendo, in altri termini, la soglia del valore di 150.000 del valore dei contratti e, nella richiesta dell’informazione, la distinzione tra pubblico e privato. L’ordinanza dei magistrati messinese è chiara: “In gran parte, oltre quelli depredati, si usavano terreni liberi, presi a caso da tutta la Sicilia e da zone impensabili dell’Italia, usati, spacciati come propri, per le raffinate truffe delle associazioni…… e ancora; “….la mafia che ha scoperto che soldi pubblici e finanziamenti costituiscono l’odierno tesoro e come siano diminuiti i rischi pur se i metodi restano criminali….. e ancora: “……il campo di maggiore operatività è divenuto il grande business derivante dalle truffe ai danni dell’Unione Europea, come detto più remunerative e meno rischiose”. “.... nel contesto che emerge nella presente indagine di truffe milionarie e di furto mafioso del territorio trova aspetti di significazione probatoria e chiavi di lettura di quell’attentato... Antoci si è posto in contrasto con interessi milionari della mafia”.

“Abbiamo colpito con un’azione senza precedenti la mafia dei terreni ricca, potente e violenta, ed è per questo – spiega Giuseppe Antoci, - che hanno tentato di uccidermi. Volevano fermare la legge nazionale e tutto quello che sta accedendo oggi. Io li guarderò dritti negli occhi, senza paura, senza indugi e con l’unica forza che ho: quella dello Stato”.(AGI)

Pop Giornale Popolare




Juorno

IENE

Repubblica

Tempo Stretto

Sole 24 ore

Gazzetta del Sud

98zero

Gazzetta del sud

Clarus

Messina Today

Nebrodi e dintorni

Il Roma

Barrons

Infobae

Corrao

Mario Giarrusso













Commenti

Post più popolari