ANTOCI SU OPERAZIONE ODIERNA SUI NEBRODI

 (ANSA) - MESSINA 1 OTT - "Il mio grazie alla DDA di Messina e al Gip che, attraverso la riattivazione della custodia cautelare in carcere per il boss Gino Bontempo, hanno dato un grande segnale di rispetto nei confronti della tanta gente per bene che crede nelle Istituzioni, nella Legalità e nella Giustizia. Il mio grazie va anche a Massimo Giletti - che attraverso la sua trasmissione ha consentito, in questi mesi, di far luce su vicende legate a scarcerazioni imbarazzanti ed ingiuste. Questo lavoro ha attirato su di lui l’ira dei mafiosi ed imposto alle Autorità di porlo sotto tutela. Anche questa è un’ingiustizia, mi auguro che presto Giletti possa tornare un uomo e un giornalista libero". A dirlo il presidente onorario della Fondazione Caponnetto Giuseppe Antoci dopo aver appreso la notizia che la DDA di Messina ha chiesto ed ottenuto l’inasprimento della misura cautelare per Gino Bontempo Glarrestato a seguito dell'operazione "Nebrodi" del 15 gennaio che ha portato in cella 94 soggetti e 151 aziende sequestrate per mafia.

L'operazione “Nebrodi” della DDA di Messina, con a capo il Procuratore Maurizio De Lucia, è stata fra le più importanti eseguite in Sicilia, ha coinvolto tanti soggetti già pregiudicati per mafia e fra loro proprio Bontempo  considerato, nell'ordinanza, un vero padrino e definito come “Don Vito Corleone”. Bontempo  nel mese di maggio durante la pandemia Covid19, venne poi posto ai domiciliari per ragioni di salute e per tutto ciò era partito un duro attacco da parte dell'ex Presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, oggi Presidente Onorario della Fondazione Caponnetto e scampato ad un attentato mafioso nel 2016, che ne chiedeva il ritorno in carcere.

"Adesso basta – aveva detto Antoci qualche settimana fa occorre rivedere il provvedimento di scarcerazione. È un segnale devastante la sua permanenza a Tortorici. Lo Stato non può permettersi un tale sfregio a coloro che per anni hanno patito le vessazioni dei gruppi mafiosi. Occorre agire subito con la revisione dell’ordinanza".(ANSA).


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